Alessandro Moreschini inaugura il terzo appuntamento della rassegna Ora più rada ora più densa il 14 dicembre alle ore 16:00

O beata solitudo, o sola beatitudo“, recita il verso che domina il chiostro del convento sull’isola di San Francesco del Deserto, come un invito a sottrarci alla mondanità. Per alessandro Moreschini l’obiettivo è quello di ritrovare una condizione per orientarci nell'”inquinamento immaginifico” prodotto dall’Horror Pleni, termine coniato da Gillo Dorfles che “corrisponde all’eccesso di rumore sia visivo che auditivo che costituisce l’opposto di ogni capacità informativa e comunicativa”. La pittura di Moreschini è certosina e meditata, svolta nei lunghi tempi richiesti dalla meticolosità con cui viene eseguita su superfici inaspettate: con Ora et labora nella Sala delle Colombe l’artista trasforma l’equivoco di percezione in una volontà progettuale, “una leggera, garbata, subdola insinuazione di un contropotere, volto a riscattare quelle rudi sembianze” (Renato Barilli). Chiavi inglesi che perdono la loro funzione per elevarsi a fine decorazione di un tappeto orientale, amplificando le decorazioni della stanza. Nella Sala degli Anelli fa da contrappeso l’assenza che si concretizza in un’opera immateriale ma definita e strutturata in un’operazione spazio temporale che apre a nuove possibilità percettive. Il video che si compone sul pavimento non si configura certo come “opera” intoccabile, ma invita lo spettatore a farne parte. A sovrintendere la costruzione di questa architettura del tempo e il delicato passaggio tra reale e virtuale, le quattro figure di Meditate azioni sull’acqua, quattro Buddha a occhi chiusi che, come le stagioni, nutrono con l’acqua il fluire creativo e la volontà di distruggere l’orrore dato dal pieno.

Alessandro Moreschini (nato a Castel S. Pietro Terme nel 1966) vive e lavora a Bologna. Ha conseguito la Laurea D.A.M.S. (Storia dell’Arte) Facoltà di Lettere e Filosofia all’Univeristà degli Studi di Bologna.
Moreschini utilizza diversi supporti con i quali realizza opere dove la superficie dipinta si traduce in texture iperdecorativa e cromatica nel tentativo di evidenziare la caduta dei limiti culturali del nostro canone estetico occidentale. La sua meticolosa e sorprendente tecnica pittorica, lo caratterizza per la preziosità delle raffinate tessiture cromatiche. Alla base della sua ricerca artistica c’è la considerazione che la società contemporanea si caratterizza sempre più per una generale estetizzazione della vita quotidiana a svantaggio della precedente preoccupazione di etizzazione della vita sociale. In altri termini come ha affermato il sociologo francese Yves Michaud l’interesse per il bello in tutte le sue forme (estetica) permeerebbe tutti gli ambiti della nostra vita assopendo la nostra responsabilità sociale e l’impegno civile (etica).
Tra i principali progetti personali e collettivi: L’ultimo Espaliú (2019) Accademia di Spagna, Roma; NFW. Un libro, un film, una mostra (2019) Galleria Beatrice Burati Anderson, Venezia; NewFaustianWorld (2018) MACRO Auditorium, Roma; Roberto Daolio, Vita e incontri di un critico d’arte attraverso le opere di una collezione non intenzionale (2017) MAMbo, Bologna; Bologna dopo Morandi 1945-2015 (2016) Palazzo Fava, Bologna; Italia/Oriente (2015) residenza d’artista, Ashram Joytinat, Corinaldo (AN); Punti di vista e non di fuga (2015) Dislocata, Vignola (MO); In Itinere (2014) CDRAV/MACRO, Roma; //:(TT)+U=Think The Unthinkable (2013) e When (Italian) Responsibilities Become Form (2012), Galleria Oltre Dimore, Bologna; Il Gran Teatro Ceramico (2008) MIAAO, Museo Internazionale delle Arti Applicate Oggi, Torino; /Seconds issue 09 Vanishing point (2008), The Wharf Road Project/V22, Londra; /Seconds issue 07 sci-fi, utopia, roadside picnics (2007), Redux Projects, Londra; Giovane Arte Europea (2003), Castello Visconteo, Pavia; Sharjah International Biennial 6th (2003), Sharjah Art Museum, (UAE); Romagna/Kassel (1998), Galleria d’Arte Contemporanea V. Stoppioni, Santa Sofia (FC); Quotidiana, Luoghi d’Origine (1997) Galleria Civica Cavour, Padova; Officina Italia (1997), Galleria d’Arte Moderna di Bologna e altre sedi; Lab. 1.2-T.I.N.A. There is no alternative (1997), Via Farini, Milano.

www.alessandromoreschini.it

Alessandro Moreschini - Beata solitudo