Sabrina Muzi inaugura il secondo appuntamento della rassegna Ora più rada ora più densa il 21 settembre alle ore 11:30

Il progetto di Sabrina Muzi è un’estensione e approfondimento di Shān, un corpus di lavori che comprende un’installazione pittorica, una serie di acquerelli, fotografie e video.
Realizzato durante un soggiorno di ricerca di un mese in un piccolo villaggio cinese ai piedi della Grande Muraglia, e recentemente presentato durante l’artweek bolognese, si mostra qui in una nuova veste. Oggetto del lavoro è la montagna (Shān in cinese), dipinta ad acquerello su lunghi fogli verticali di carta di riso e su sottili carte cinesi, le cui stratificazoni seriali e le trasparenze restituiscono un luogo di sovrapposizioni temporali e spaziali. Shān è un’immagine icona che reiterata come un mantra si carica di forza simbolica divenendo emblema di un archetipo e testimone di un luogo e delle sue trasformazioni. A introdurre il lavoro nella Sala delle Colombe, una nuova opera che sgorga dal camino e tende verso il centro della stanza. La Sala del Padiglione ospita il nucleo principale del lavoro, l’installazione di carte sospese, le foto verticali montate su seta e le bacheche di disegni, lavoro arricchito da nuovi elementi che si sono aggiunti per questa occasione. Il progetto si concretizza in un’architettura del paesaggio e il video proiettato nella Sala dei Cani, in cui la magnifica decorazione sembra esaltarne la visione, la pone in relazione con una forma antropomorfa: due corpi entrano in risonanza, quello umano e quello della montagna, ponendo le basi per una nuova indagine percettiva sul paesaggio.

Sabrina Muzi si è laureata in Pittura all’Accademia di Belle Arti, nata a San Benedetto del Tronto da anni vive e lavora a Bologna. Inizia la sua pratica artistica agli inizi degli anni ‘90 lavorando dapprima con l’installazione e il disegno e dal 1996 concentrandosi in ambito video, fotografico, video-installativo e performativo. Il suo lavoro è stato esposto in gallerie, musei, spazi pubblici e festival video in Italia e all’estero. Dagli anni 2000 inizia a lavorare anche in spazi non deputati all’arte, realizzando interventi urbani, performance partecipative, installazioni site specific, e alternando l’attività in Italia alla partecipazione a programmi di ricerca internazionali, dove realizza progetti contestualizzati al luogo. E’ invitata in vari programmi di residenza, tra cui al Film Art-in-Residency, Atlantic Center for the Arts (Florida, 2001); MMCA del National Museum of Modern and Contemporary Art (Seoul, 2007); TAV-Taipei Artist Village (Taipei 2010); Handshake 302, gruppo di artisti, antropologi e architetti attivo a Shenzhen, in cui coinvolge la comunità di un villaggio urbano in un progetto performativo, video e fotografico (2017). La sua ricerca di confronto con il luogo si traduce anche in interventi in ambienti naturali, come nel lavoro site specific a Colle S. Marco (Ascoli Piceno 2011) premiato al Premio Terna nel 2012, o nel progetto installativo nel Bosco di Cardigliano del Salento (Specchia, 2014). Tra le ultime mostre: personale a Dislocata, a cura di Raffaele Quattrone, Vignola (2014); “Hestia” a cura di Maura Pozzati, ABC, Bologna, (2015); “Kahuna” a cura di Leonardo Regano, ex Chiesa San Mattia, Bologna (2018).

www.sabrinamuzi.it