Piano Primo

Per accedere alle stanze del primo piano, o piano nobile, in cui si svolgeva la vita familiare dei signori della Rocca, si sale l’ampio scalone che porta al loggiato superiore. Gli appartamenti, del padrone di casa e della consorte, si disponevano tra le torri e il cassero da cui erano protetti, descrivendo un percorso ad U ai cui estremi si trovavano la Cappella, riservata alla devozione della famiglia, e lo studiolo del padrone di casa, collocato nel punto più protetto della residenza.

Sala adiacente alla Cappella e Anticappella

La prima porta che si incontra sulla destra introduce in un locale in cui non sono visibili tracce di decorazioni. Questa stanza, probabilmente, aveva la funzione di anticamera dell’appartamento riservato alla signora.

Oggi, sulle pareti sono situate due tele, in passato ospitate nella Sala degli Anelli, raffiguranti il ritratto di Francesco Boncompagni, arcivescovo di Napoli, e quello di Ugo Boncompagni, padre di Giacomo marchese di Vignola dal 1577, futuro pontefice Gregorio XIII.
Attraverso una piccola porta si accede al locale denominato Anticappella che nei primissimi anni del Quattrocento formava, assieme alla Cappella Contrari, la camera di manovra al cui interno si trovavano due argani con i loro serventi che muovevano le saracinesche, sbarrando all’occorrenza il passaggio verso il cortile interno.

Nella nicchia triangolare sovrastante la porta d’ingresso alla Cappella è stato recentemente collocato il tondo in scagliola di foggia quattrocentesca, raffigurante una Madonna con il Bambino nella variante detta Madonna dell’Umiltà.

Cappella Contrari

Varcata una piccola porta, si accede alla Cappella Contrari, anticamente detta Chiesuola, in cui si può ammirare il prezioso ciclo di affreschi tardogotici commissionato da Uguccione Contrari. I dipinti, raffiguranti le Storie di Cristo, sono attribuiti al ‘Maestro di Vignola’, personalità di spicco dell’arte emiliana dei primi decenni del Quattrocento, di cui per ora non si conosce il nome.

Nelle lunette delle quattro pareti della Cappella sono raffigurate: la Pentecoste (ovest, parete della porta d’ingresso), la Resurrezione di Cristo e la sua Discesa al Limbo (nord), l’Ascensione (est) e l’Assunzione in cielo della Vergine e il dono della fascia con cui era cinto il suo corpo all’apostolo Tommaso (sud).

Nelle quattro vele della volta a crociera trovano posto le immagini degli Evangelisti (Marco, Luca, Matteo e Giovanni) ed episodi della vita del Salvatore, collegati alle raffigurazioni delle pareti sottostanti a completamento del ciclo narrativo dei Vangeli. Le vele sono divise da costoloni finemente decorati con temi architettonici e motivi vegetali con pigne, sorretti da quattro peducci con telamoni seduti.
I recenti studi storico-artistici, basati su raffronti stilistici, hanno collocato il periodo di esecuzione degli affreschi tra il 1420 e il 1425.

Sala delle Dame

Proseguendo la visita, riguadagnato il corridoio del loggiato, immediatamente sulla destra si incontra l’ingresso dalla Sala delle Dame, le cui pareti narrano una parte decisiva della storia familiare dei Contrari, mostrando in affresco gli stemmi di alcune delle consorti (le dame) dei feudatari di Vignola. É quindi probabile che questa stanza fosse riservata alle mogli dei padroni di casa.

L’arma dei Pio, signori di Carpi, appartiene a Camilla, seconda moglie di Uguccione Contrari; lo stemma dei Rangoni ricorda Beatrice e moglie di Nicolò Contrari, primo conte di Vignola; l’arma dei Campofregoso appartiene a Battistina, sposa di Ambrogio Contrari. La presenza nella sala dello stemma dei Pico di Mirandola è tuttora un enigma in quanto nessun esponente di questa famiglia ha mai contratto matrimonio con un discendente della casa Contrari. Sulla volta si possono scorgere le tracce di un quinto stemma, non identificabile con certezza a causa dei danni subiti dall’affresco, che secondo una recente ipotesi potrebbe appartenere ai nobili Campeggi di Bologna.
Nella chiave di volta è affrescato un rosone con le iniziali M e C, molto probabilmente le iniziali di Mainardo Contrari, padre di Uguccione.

Sala del Padiglione

Al termine del corridoio della loggia, sulla destra si trova la Sala del Padiglione, detta anche camerea del Talamo.

Sulla parete volta a nord è rappresentato l’evento principale, il matrimonio tra Ambrogio Contrari e Battistina Campofregoso celebratosi nel 1461. Sotto un grande padiglione di tessuto a lembi sollevati, si scorgono gli sposi affiancati da due paggi di cui sono rimasti solo profili evanescenti che li trasformano in presenze fantasmatiche. Nella raffinata scenografia appaiono le mura merlate che definiscono lo spazio della rappresentazione anche sulle restanti pareti, oltre le quali svettano piante d’alto fusto. Con tutta probabilità si tratta della riproduzione dei giardino pensile della Rocca, collegato alla Rocchetta da un ponticello coperto a doppia arcata. L’hortus conclusus contiene un tempietto rinascimentale (parete ad est) all’interno del quale è raffigurato uno stemma dipinto nel Seicento, appartenente a Marcantonio Stradella, governatore di Vignola e padre di Alessandro, uno dei prinicipali musicisti della seconda metà del XVII secolo.

Ad avvalorare la rappresentazione del matrimonio del secondogenito di Uguccione Contrari è la presenza nelle vele del soffitto dello stemma della famiglia Campofregoso e la raffigurazione del leone e del leopardo utilizzata dai Contrari in onore dei loro signori d’Este.

Sala dei Cani

Dalla Sala del Padiglione si accede ad un piccolo vano, ricavato nell’invaso della Torre del Pennello. Sulle pareti, una ricca varietà di alberi sembra definire il paesaggio di un bosco planiziale che fa da sfondo ad una scena di caccia con cani che inseguono una lepre (parete a nord) e si affrontano (parete est), probabile riferimento al cognome Contrari. Sulle vele del soffitto si scorgono lo stemma della casata ferrarese e quella dei Rangoni e dei Campofregoso, famiglie delle due spose di Nicolò e Ambrogio. Le decorazioni araldiche del soffitto sono completate dall’impresa del Pardo e dallo stemma Contrari sovrastato da elmo e cimiero.

Sala degli Stemmi

Il locale adiacente a quello del Padiglione, la Sala degli Stemmi, è completamente dedicato alla famiglia Contrari. Su tutte le pareti è riportata l’arma inquartata dei signori di Vignola, caricata su uno scudo da torneo, posto entro un tondo rosso e con cinghie al capo, ed è circondata da una ghirlanda formata da serto verde di due rami, da cui escono in alternanza pigne rosse con foglie e iris azzurri e gialli.

Nella sala si apre una grande finestra affrescata con decorazioni vegetali che attorniano, nella strombatura superiore, due putti contrapposti ed armati di spada, probabile allusione al nome dei Contrari, mentre negli stipiti altri putti sembrano muoversi nel vuoto volteggiando con graziosa ironia.

Sala dei Tronchi d’albero

Dalla Sala degli Stemmi si passa a quella dei Tronchi d’albero, il cui nome deriva dalla presenza di costoloni in cotto lavorati in modo da sembrare nocchiuti tronchi d’albero che si uniscono nella chiave di volta. Sulla vela del soffitto posta a settentrione, si possono scorgere chiaramente alcuni lacerti delle decorazioni quattrocentesche raffiguranti i cimieri di Uguccione Contrari (il grifo azzurro) e di Nicolò III (la testa d’aquila bianca con ala sporgente a forma di cresta) circondata da motivi vegetali.

Il collegamento con la Torre delle Donne, che unisce di fatto tutte le parti della Rocca, avvalora l’ipotesi che in questa sala si trovasse la camera da letto del padrone di casa.
Sempre dalla Sala dei Tronchi d’albero, si accede ad altri spazi ad uso del signore, quali il camminamento coperto e lo studiolo.

Camminamento coperto e studiolo di Uguccione

Il camminamento posto a est, inizialmente scoperto e dotato di forte merlatura ancora visibile, venne coperto a metà del Cinquecento, in occasione della copertura di tutti i corridoi di ronda.
Lo studiolo di Uguccione Contrari, ricavato all’interno della Torre di Nonantola, rappresentava il luogo più riservato dell’intero palazzo, prossimo alla sua camera da letto e adibito alla conservazione delle più importanti carte d’archivio.